Descrizione
La chiesa principale del paese è dedicata al patrono, Sant’Onofrio Eremita, il cui culto è attestato già dal 1117 come risulta da un Diploma di Dotazione rilasciato da Ruggero II. È lecito pensare che il suo culto, essendo un santo orientale, sia giunto a Casalvecchio grazie ai padri basiliani, i quali officiarono la vicina chiesa SS. Pietro e Paolo. Il Tempio risulta eretto già al 1522, come attestato dai registri dei legati e dal simulacro mezzo busto, in legno, opera di artigianato locale.
La chiesa si presenta ad unica navata e vi si accede dal grande portone centrale che si affaccia sulla Valle d’Agrò o da una piccola porta laterale, rivolta verso est. Le catastrofi naturali e la crescita della popolazione hanno portato all’ampliamento della struttura nei secc. XVI e XVII, dando alla chiesa l’aspetto che tutt’ora conserva, in pieno stile barocco. Il soffitto è a cassettoni, con mensole a cariatidi, anticamente a spioventi, ora si presenta piano. Dal soffitto pende il secentesco lampadario in vetro e cristallo policromo. Il pavimento, anch’esso in stile barocco, si presenta a disegni geometrici ed è in marmo di Taormina rosso, nero e bianco.
L’interno della chiesa presenta decorazioni moderne, realizzate durante il periodo della seconda guerra mondiale, per opera dell’artista Tore Calabrò, ospitato a Casalvecchio Siculo come sfollato. L’artista affrescò pareti e vetrate con decorazioni, immagini della vita di Sant’Onofrio, degli evangelisti e dei profeti. Inoltre, si deve sempre al Calabrò, la realizzazione del tronetto in cartone e gesso, posto nell’abside, che accoglie il mezzo busto ligneo del santo patrono.
L’altare maggiore è del 1700, in marmo policromo, sormontato da un tronetto e dotato di tabernacolo, avente una pregevole porticina in argento, su cui è cesellata la scena di sant’Onofrio che riceve la comunione da un angelo.
Sono presenti sei altari laterali, ognuno dei quali ospita una tela:
- San Sebastiano e San Rocco, santi protettori contro la peste;
- La Madonna del Soccorso tra i santi Michele e Francesco di Paola;
- La Madonna del Carmelo tra i santi Pietro e Paolo, nell’atto di donare l’abito a San Simone Stock;
- La Sacra Famiglia, nella commovente scena di san Giuseppe che accudisce il bambino Gesù e la Vergine Maria intenta a leggere un libro;
- L’Adorazione dei Magi, attribuita con certezza al barcellonese Gaspare Camarda;
- L’ultimo, non per importanza, è l’altare che ospita il Seicentesco crocefisso ligneo, recentemente restaurato, insieme alla tela raffigurante la Madonna Addolorata e San Giovanni.
Altra tela, priva di altare devozionale, è quella della Pentecoste, raffigurante la Vergine Maria, seduta tra gli apostoli, nell’atto di ricevere lo spirito santo.
E ancora, il pio transito di Sant’Onofrio, opera attribuita con certezza al pittore e umanista casalvetino Antonino Cannavò, posta a chiusura della cappella che ospita il simulacro argenteo di Sant’Onofrio. Quest’ultimo venne realizzato, per voto dei casalvetini, nel 1745, in ringraziamento al loro santo patrono per aver scampato il paese dalla peste. Il simulacro viene portato ogni anno in processione, la seconda domenica di settembre.
È presente anche una pala in legno, raffigurante la Madonna del Rosario in gloria tra i santi Domenico e Caterina, a cornice della quale sono dipinti i 15 misteri del rosario.