Chiesa di San Teodoro

La Chiesa si San Teodoro Martire è molto antica. Il professore Stefano Bottari la fa risalire al '500. Sorge nella parte inferiore del paese, ed è dedicata alla Madonna dell'Idria.

Descrizione

La chiesa sorge a valle del paese e dopo decenni di chiusura a motivo del suo stato pericolante, il prossimo 22 giugno verrà riaperta al pubblico grazie agli importanti lavori di restauro effettuati nell’ultimo anno. La struttura, di proprietà del comune di Casalvecchio Siculo, il quale ha firmato una convenzione con la parrocchia Sant’Onofrio Eremita, avrà funzione di polo culturale, pur conservando in tutto l’aspetto di chiesa, così come gli antichi l’hanno consegnato.

Ad unica navata, il critico d’arte Stefano Bottari la fa risalire al sec. XV, dedicata in origine alla Madonna dell’Itria, come testimoniano l’antico altare in marmo policromo, riportante il monogramma mariano la pala in legno, di autore anonimo, raffigurante la Vergine Maria sorretta sulle spalle da due monaci, secondo i canoni classici; e ancora la campana, tutt’ora presente nel campanile della stessa chiesa, recante la seguente iscrizione: S. Maria D’Itria O.P.N. 1610.

Di pregevole fattura sono i due dipinti su tela, del seicentista casalvetino Antonino Cannavò, umanista e pittore, raffiguranti, una San Teodoro a cavallo nell’atto di uccidere il drago, l’altra la Vergine Maria della Cintola tra i santi Agostino e Monica. Quest’ultimo dipinto è quanto rimane, insieme agli archi del chiostro dell’antico convento, della presenza dei padri Agostiniani Scalzi, i quali costruirono uno dei loro conventi proprio nelle adiacenze della chiesa di San Teodoro, rimasto attivo dal 1618 fino al 1866.

La chiesa contiene anche il monumento funebre dedicato al sacerdote Sebastiano Puzzolo, rettore e benefattore della stessa per più di vent’anni, il suo nome è infatti presente su molti paramenti, suppellettili e sul grande lampadario che pende dal tetto.

Entrando sulla destra campeggia il simulacro del martire Teodoro, realizzato nei primi anni dell’800, in cartapesta, raffigurato, come nel dipinto, nell’atto di uccidere il drago.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

  • D’Amico, Palachorion. Storia di un paese della Valle d’Agrò, Niccolò Giannotta editore, Catania – Verona 1979;
  • Stefano Bottari, L'arte in Sicilia, 1962; 

Modalità di accesso

Procedere verso SP19 verso Contrada San Pietro e Paolo d'agrò

Indirizzo

Contrada San Pietro e Paolo d'Agrò, 98032, Casalvecchio Siculo, ME

Ultimo aggiornamento: 14/10/2024, 14:18

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